Cento anni, la Romania si racconta. Al WEGIL di Roma
Grande evento culturale a Roma per la celebrazione del centenario della nascita della Romania (1918-20) in un’importante iniziativa che ha avuto anche lo scopo di testimoniare l’adesione di questo grande stato all’Unione Europea e all’ONU. Scadenza che la Romania ha celebrato in tutte le capitali del mondo con iniziative atte alla valorizzazione degli scambi culturali e commerciali.
Stato giovane quello della Romania ma che, come tutti sanno dal nome che porta, ha origini molto lontane, costituito da un crogiolo di razze prevalentemente carpato-danubiano che non ha eguali al mondo: iranica saematica, germanica, turco-tatara, ugrica, latina, slava, ebraica, armena, greca, rom ecc. con residui di lingue: magiaro, siculo, csango, sassone, svevo, turco, il cui ruolo predominante della religione Ortodossa è di importanza vitale.
Stato che fondava le sue radici già quarant’anni prima della data sopra indicata per la celebrazione, dal riconoscimento russo dell’indipendenza avuto dopo una sanguinosissima guerra contro i turchi.
Una popolazione che sentimentalmente ci reputa gemelli dal tempo dei Romani e non solo per il nome. Si è detto tutto questo per sottolineare quanto sia grande per noi italiani questa scadenza, per l’Europa e per il mondo intero, specie per quei stati che si riconoscono nell’ONU che tanto si prodigano per la solidarietà e l’unità dei popoli in uno spirito di pace e tolleranza.
Quella romana ha avuto nell’imponente edificio di epoca razionalista dell’architetto Mario Moretti una variegata esposizione che andava da una sintesi del percorso storico della Romania nei grandi pannelli del famoso storico e medico Prof. Ratiu Emil a quello di attività economiche industriali, compreso una doverosa ampia sezione dedicata alla religione ortodossa per il fondamentale ruolo sociale che riveste.
Molto interessante e allo stesso tempo di grande forza attrattiva è lo spazio dedicato all’arte con opere di artisti rumeni di fama internazionale come Doina Botez, Luminita Taranu, Cristina lefter e l’iconografa Maria Galie. Prevalentemente grandi quadri che insieme agli spazi prospettici dei vari piani e livelli del WEGIL, nome nuovo per una nuova gestione dato all’Ex GIL dalla regione a guida Nicola Zingaretti, offrono al visitatore un grande e piacevole impatto visuale.
In notevole evidenza le opere di Doina Botez (INTRECCI) con i suoi particolari personaggi ritratti in atmosfere oniriche, scenari dai colori drammatici di forte pregnanza cromatica di cui primeggia un trittico di grandi dimensioni nello spazio a lei dedicato.
Ricordiamo che Doina Botez nel 2009, per la mostra personale „Nosce te ipsum”, nella Sala delle Colonne di Castel Sant’Angelo in Roma, ha ricevuto il patrocinio della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e anche quello del Polo Museale della Città di Roma. Nel 2013 Skira Editore pubblica l’album monografico “Doina Botez, Il corpo dell’immagine, opere 1989 -2013” a cura di Flaminio Gualdoni.
1200 mq di spazio espositivo da non perdere per chi ancora non ci fosse ancora stato, dove si ha la possibilità di vedere e valutare la Romania in tanti molteplici aspetti che vanno dalla letteratura alla cinematografia, dallo spettacolo ai costumi, dalla musica all’arte.
Centenario della nascita della Romania (1918-20)
WE GIL (Largo Ascianghi, 5), Roma
11 – 18 settembre 2018
- Pubblicato Venerdì, 14 Settembre 2018 19:40
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- Giovanni Lauricella
- Sursa